La combustione della biomassa in apparecchi a combustione di piccola scala obsoleti e inefficienti può influire notevolmente sulla qualità dell’aria, anche nelle regioni montuose (come la Regione Alpina) dove la biomassa legnosa è fortemente utilizzata come combustibile per il riscaldamento domestico. Il contributo della biomassa legnosa in termini di energia primaria utilizzata per il riscaldamento residenziale può raggiungere percentuali fino all’80-90% nella Regione Alpina; per questo è importante conoscere le prestazioni degli apparecchi a biomasse di piccola scala in termini di impatto ambientale, con particolare riferimento alle emissioni atmosferiche di particolato (PM).
Il PM è l’inquinante più critico, quando si tratta di emissioni di piccoli elettrodomestici alimentati da biomasse legnose. Il PM è una miscela di particelle solide e liquide sospese nell’aria. Le particelle possono presentare un’ampia gamma di granulometrie, che vanno da pochi nanometri (2-3 nm) fino a 100 micron (100 µm). Possiamo dividere le particelle secondo tre classi differenti, a seconda del loro diametro Dp:
1) PARTICELLE ULTRAFINI (Dp <100 nm);
2) PARTICELLE FINI (100 nm <Dp <1000 nm);
3) PARTICELLE GROSSOLANE (Dp> 1000 nm).
Secondo la Direttiva 2008/50 /CE, solo PM2,5 e PM10 (particelle con un diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 2,5 µm e 10 µm) sono regolati e monitorato a livello UE (in network dedicati alla qualità dell’aria), al fine di verificare la conformità delle concentrazioni giornaliere o annuali a valori limite specifici (in particolare, il valore di concentrazione limite giornaliero di 50 µg / m3 per PM10 e le concentrazioni limite annuali di 40 e 20 µg / m3 rispettivamente per PM10 e PM2,5).
Alcune piccole frazioni di PM come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA, con particolare riferimento al Benzoapirene, BaP) e il black carbon (BC) (rilevati tramite analisi chimica del PM o grazie a strumenti ottici di alta precisione) sono marker di combustione di biomasse e sono dannosi per la salute umana. Le particelle più piccole possono effettivamente penetrare in profondità nei nostri polmoni ed entrare nel flusso sanguigno, causando malattie cardiovascolari e respiratorie.
Conoscere le prestazioni dei nostri piccoli apparecchi a biomassa è fondamentale, a partire dal loro contributo in termini di emissioni di PM poiché ci sono più ordini di grandezza differenti in termini di fattori di emissione di PM, considerando tutte le potenziali tecnologie offerte sul mercato. Ad esempio, l’impatto in termini di emissioni di PM di un camino aperto può essere quasi 100 volte superiore all’impatto della caldaia a pellet più efficiente sul mercato. Tuttavia, è da sottolineare che, anche quando scegliamo il più efficiente apparecchio a biomasse di piccola scala, la qualità del combustibile è di primaria importanza e una cattiva qualità può avere un grande impatto sulle sue prestazioni, aumentando le emissioni di PM in atmosfera fino a 30 %.
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